Le Sciantose

La sciantosa era una figura professionale del café-chantant, confluita poi nei generi di derivazione come il teatro di varietà, la rivista e l'avanspettacolo. La nascita del termine si fa risalire quindi agli anni intercorsi tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.



«Sciantosa» è un'italianizzazione (o meglio una storpiatura della lingua napoletana) della parola francese «chanteuse», che letteralmente significa «cantante»: inizialmente, infatti, le sciantose eseguivano nei café-chantant brani e arie tratti da opere liriche o operette famose. Si può pensare alla sciantosa come ad una riproduzione, in piccolo, della diva del teatro d'opera[3]. Col passare del tempo, però, il termine «sciantosa» acquisì sempre più il significato di donna fatale, seducente, ammaliatrice: alle effettive capacità artistiche della divetta di turno, dunque, erano preferite le caratteristiche fisiche e di portamento in scena



uno dei pezzi forti nelle variegate proposte del cafè-chantant erano appunto le sciantose : solitamente si costruivano un passato ad hoc per rendere la loro presenza intrigante e maliziosa, parlavano con accenti stranieri per lasciar presupporre un esotismo che non apparteneva loro e millantavano storie d'amore con esponenti dell'alta società (magari solo intravisti in platea). Una caratteristica delle sciantose più ricche e famose era quella di potersi permettere dei claquer, ossia un gruppo di persone che, dietro compenso, applaudivano ed urlavano a dismisura alla fine delle esecuzioni per trascinare la sala nel delirio più completo, accrescendo così notevolmente la quotazione dell'ingaggiatrice di turno.



Famose sciantose furono Anna Fougez, Paolina Giorgi, Gilda Mignonette, Olimpia D'Avigny, Yvonne De Fleuriel, ed altre ancora. Col passare dei tempi e la nascita di cinema e televisione, la sciantosa come figura professionale è scomparsa, confluendo in quelle dell'odierna soubrette o showgirl.